LUCCA. La Lucchesia è ricchissima di espressioni artistiche di ragazzi e ragazze e, comunque, di molta gente che spesso in grande silenzio ed umiltà, cercano di rappresentare il mondo che ci circonda; un pianeta sempre rumoroso, nervoso, spesso legato a soli “nastri monotoni di affari”, “politica da poltrona” o stupida tv.

Spesso la loro arte è anche solo una ” benefica fuga” da questo habitat da dimenticare o comunque obliare nella rappresentazione della bellezza della natura, intesa quest’ultima quale espressione pacificatrice “dell’essenzialità del vero e del bello”.

Oggi parleremo di un giovane talento lucchese: Daniele Raffanti, fotografo e filmaker sportivo, anch’esso appassionato di questo speciale microuniverso fatto di colori, di azione e di natura. Nato nel 1980 ha sempre mostrato interesse per la creatività attraverso canali, quali la scrittura, il disegno, la pittura, approdando poi nel 2009 alla sua passione fotografica.Daniele ha sempre ritenuto che le foto non siano che un semplice ed immediato mezzo di comunicazione, un flash che abbraccia facilmente chiunque; un qualcosa”che arriva diretto a chi guarda”; al contrario magari di uno scritto o di un dipinto, che invero richiedono un approccio diverso e magari più approfondito.Cresciuto a cavallo fra Lucca e la Versilia, sulla costa nord della Toscana, il filmaker sportivo lucchese ha avuto modo di apprezzare le diversificate immagini della natura circostante: dalla bellezza delle Mura ai mille paesini delle colline sud della Lucchesia, alle alte vette apuane, alle calde spiagge versiliesi, al mare, ai boschi ed agli angoli più reconditi della zona palustre del lago di Puccini,E’ del resto l’ambiente in cui si è sempre sentito meglio, più informalmente libero, a contatto con le cose più autentiche e fuori dagli stress cittadini; da fedele amante “dei grandi spazi” e del “tempo libero”, che tutt’ora definisce, “l’unica cosa preziosa della vita”. Grazie “al tempo” infatti, “riconquistando i propri ritmi naturali, la vita può essere gustata “in quei colori” – sostiene – che altrimenti, con la frenesia della vita moderna, prima o poi finirebbero appannati”.

” Direi che uso la fotografia – spiega Raffanti – come “prolungamento del senso pittorico” che si può dare a un’immagine. Cerco solo di far capire un po’ come, la mia sensibilità, vede “ciò che sto guardando”; non scatto quindi un qualcosa che ritengo bello ma, al contrario, cerco di tirare fuori “la bellezza da ciò che cattura la mia attenzione.

Quando la gente apprezza ciò che faccio e mi esprime pareri positivi, magari chiedendo i miei lavori, è per me una doppia soddisfazione; perché sembra che con i miei scatti, la gente, apprezzi anche il mondo interiore che ho, “di vedere ciò che mi circonda..” In questo si può racchiudere la sua fotografia, caratterizzata dal desiderio di esprimere emozioni, più che immagini tecnicamente perfette; un’approccio concettuale profondo, anziché soltanto tecnico e visivo dunque”.

Daniele, si accosta alla fotografia, non per niente descrittivamente ma piuttosto, stabilendo un legame “empatico-emozionale” con le immagini riprodotte “dal proprio viaggio interiore”. Grandi spazi, soli e silenziosi, come a voler catturare ad ogni scatto “un istante di vita importante”, dilatato nel tempo, che fugge via, fino a forgiarlo in un “concetto immagine”.

Spesso un particolare è tutto ciò che gli serve per descrivere ciò a cui sta pensando in quel momento; come se solo quella espressione rappresentasse “una forma completa ma sempre in perenne equilibrio tra l’emozione interiore e l’immagine stessa.

Ma Raffanti è anche un appasionato biker che frequenta i luoghi più belli della Lucchesia e della Versilia e le Alpi Auane: attraverso le emozioni e l’ambiente, la mountain bike, diventa ai suoi occhi quasi una metafora del “fuggire via” (EscapeAway) dall’ordinarietà della vita, mescolando se stesso in una grande natura che è quasi sempre rivelazione, “proprio per riuscire a tirare fuori la parte più vera che è in noi.”

Ebbene nella recente esplorazione del “proprio mondo”, dopo aver conseguito il diploma di Guida Cicloescursionistica presso l’Accademia Nazionale di Mountain Bike e quale assiduo freelance Filmaker presso Escapeaway Production è stato chiamato a realizzare un cortometraggio sportivo sulla disciplina del Downhill , quale vertiginosa discesa in bici dalle montagne: un viaggio interiore vissuto quasi sempre fra sentieri scoscesi, boschi, salti, adrenalina e vallate affascinanti.

Ebbene le riprese del filmaker lucchese, realizzate in mezzo a paesaggi mozzafiato, spessissimo con l’ausilio di speciali teleferiche o marchingegni da lui stesso ideati per la più emotiva realizzazione delle scene, sono ultimamente approdate ai social network; al secondo giorno, il suo ultimo filmato “FLOW” (12 minuti di discese vertiginose in MBK) realizzate sul Monte Alpet Bike Village di Cuneo, aveva già, collezionato ben 1077 visite su due canali.

Complimenti all’appassionato cultore di questa emergente disciplina che, fra l’altro, comincia ad essere ricercato negli ambienti sportivi della Mountain Bike per la realizzazione brevi short film attraverso i quali, con impegno è sensibilità, riesce a trasferire in tanti appassionati la libertà di questo sport.

Vedi il Video su Vimeo: http://vimeo.com/104083573

Vedi il Video su You Tube : https://www.youtube.com/watch?v=LlhRRgHw-sA&feature=player_detailpage

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ultimo aggiornamento: 27-08-2014


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